lunedì 12 maggio 2008

Da Grillo a Travaglio, i nuovi provocatori della politica

Ormai sono in grado di movimentare masse intere di persone con le loro provocazioni, gli inviti alla riflessione, i "vaffa" distribuiti gratuitamente (o quasi) e la presenza sempre più marcata nei vari programmi televisivi; si tratta dei nuovi provocatori o propositori di idee che (da Beppe Grillo a Marco Travaglio passando per Luttazzi e per il capostipite di questa categoria: Gianfranco Funari) impazzano da un pò di tempo sui vari media e di riflesso sulla bocca della gente. Essendo per la maggior parte giornalisti sfruttano ovviamente i mezzi che hanno a disposizione per far sentire la loro voce e per far aprire gli occhi agli italiani toccando uno dei temi più delicati in questi ultimi tempi: la politica. Brulicano così sui vari giornali, blog o trasmissioni televisive (anche del servizio pubblico) frecciate e critiche che pesano come macigni sui vari personaggi del mondo politico, sui loro curriculum e sul loro modus operandi.
A volte i limiti vengono superati, l'ultimo caso si è verificato sabato 10 maggio nella trasmissione di Fazio "Che tempo che fa"; ospite d'eccezione proprio Marco Travaglio invitato anche per la presentazione del suo ultimo libro "Se li conosci, li eviti". Nel suo intervento il giornalista, seguendo la sua linea di pensiero e continuando a criticare i parlamentari condannati, ha definito addirittura la seconda carica dello Stato (ossia il nuovo presidente del Senato, Renato Schifani) appena un gradino sopra una muffa o un lombrico, sottolineando peraltro le sue ipotetiche collusioni mafiose. Sembra futile aggiungere che la trasmissione di Fazio andrà incontro ad una sanzione da parte dell'Autorità Garante per le telecomunicazioni ma il mio pensiero è rivolto verso un quesito di grande importanza: queste persone arrecano solo un danno al clima politico creando inutili tensioni oppure cercano di dare uno scossone a tutto il sistema verso la creazione di qualcosa di costruttivo?
Sono convinto che una risposta univoca non ci sia. E voi? Dite la vostra..

6 commenti:

Sbombolo ha detto...

Onestamente credo che il modo di parlare di politica in Tv da parte di questi giornalisti dichiaratamente di sinistra,sia un modo molto discutibile che credo porti a dei risultati poco costruttivi(mi riferisco non solo a Travaglio ma anche ai vari Santoro,Luttazzi,Annunziata ecc)!Discorso a parte secondo me merita Beppe Grillo, l'antipolitico per eccellenza per il quale l'unica soluzione è l'anarchia totale!

TIW ha detto...

E' il prezzo della coerenza!...
Marco Travaglio nello specifico ha sempre detto quello che pensa avendo sempre con se dei documenti giudiziari, da buon cronista giudiziario qual'è. In questa circostanza avrà un tantino esagerato passano alle offese personali.

Nella ha detto...

Si, ma io l'ho sempre ammirato per la sua coerenza.

Anonimo ha detto...

la coerenza ce l'hanno anche molte persone che fanno politica o giornalismo (vedi Bertinotti o Ferruccio De Bortoli che si dimise dalla direzione del Corriere della sera dopo pressioni ricevute per far diventare il suo giornale di parte) però bisogna ammettere che alcune situazioni bisogna saperle gestire quando ci si espone ad un pubblico che magari non è in grado di cogliere in modo immediato il messaggio che si vuole trasmettere.

Caterina Narracci ha detto...

Ciao!
Grande Marco Travaglio.
:-)

P.S. se fai un salto nel mio blog noterai un particolare nella vignetta che spero ti faccia piacere. la tua foto mi ha ispirato.

ciao

Anonimo ha detto...

Mi piace il garbo con cui hai scritto il post, perché si nota un tentativo di essere asetticamente superpartes nella formulazione del quesito.

A me fa davvero ridere che moltissimi si siano concentrati sulla presunta "offesa" (ah ah) di Travaglio al presidente del Senato, quando si sa benissimo che Marco è anche un autore satirico (oltre che un inflessibile cronista giudiziario) e ha il gusto della battuta (spesso acida), tra l'altro già fatta in passato per altri politici, sempre col tema della muffa).
E mi fa specie che qualcuno abbia parlato di queste presunte offese, quando la cosa più grave che ha detto sono le vecchie amicizie mafiose di 20 anni fa. Ehh, mi spiace, ma qua di "presunto" non c'è proprio nulla: Schifani era in società e faceva affari con mafiosi. E' una cosa del passato, ok, ma mi pare giusto che i cittadini ne siano a conoscenza.
E non mi si venga a dire che quegli individui sono stati condannati per mafia solo anni DOPO, perché mi sembra una riflessione di chi vive davvero sulle nuvole: non si diventa mafiosi dall'oggi al domani. E un avvocato dritto e rampante, siciliano per giunta, come il 30enne Schifani, non poteva non sapere chi erano i signori con cui si era messo a fare affari (quindi non un incontro occasionale). Se qualcuno pensa il contrario, ossia che uno scafato come Schifani si mette in società con gente di cui non sa nulla, allora è una persona senza onestà intellettuale.